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Inaugurato l’anno accademico dell’ISSR “San Roberto Bellarmino” con una Lectio Magistralis su “Economia e Profezia”

Da Economia di Comunione – Il ritorno da Bratislava, l’allerta meteo e il volo annullato. La soluzione (semplice!) sarebbe stata una telefonata per disdire la lectio. L’alternativa (più complicata!) era cambiare programma. Cercare l’unico volo disponibile per Roma, in un altro aeroporto, per poi raggiungere Capua. La parola data ad un amico, l’impegno preso con una comunità. Il professore Luigino Bruni racconta l’imprevisto e rende ancora più preziosa la sua presenza all’apertura dell’anno accademico dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose “San Roberto Bellarmino” dell’Arcidiocesi di Capua, lunedì 11 dicembre. Nell’introduzione del direttore Antonio Tubiello, il ricordo di Agostino Cilardo, diacono permanente della diocesi e docente di Storia delle Religioni all’ISSR, morto recentemente per un male incurabile.

«La società di mercato negli ultimi anni assomiglia sempre più a una religione con le sue statue, riti e templi». Il professore Bruni, economista con vocazione umanista e appassionato studioso della Bibbia, entra nel cuore della lectio magistralis dal titolo Economia e Profezia tracciando un percorso chiaro con un linguaggio profondo e lucide riflessioni. Operatori pastorali, studenti ed insegnanti ascoltano, curiosi, un economista parlare di Profezia. «Le grandi imprese capitalistiche si stanno accorgendo che per comprare il cuore dei propri dipendenti c’è bisogno di un codice simbolico forte e lo stanno prendendo dalla sfera religiosa» osserva Bruni raccontando, ad esempio, la presenza nelle imprese di coach che cercano di imitare i padri spirituali. E ancora l’uso di parole come missione, vocazione, fedeltà, merito; i finti riti di iniziazione, le pseudo-liturgie di marketing, la ricerca dell’eterna giovinezza. «Le grandi multinazionali si nutrono dei giovani consumando le loro passioni, il loro entusiasmo e la loro incondizionata generosità. Ma – sottolinea il prof. – il registro simbolico più pericoloso, e forse meno evidente, il capitalismo lo sta prendendo, con un balzo indietro di millenni, dal totemismo e i suoi sacrifici. Sacrificio è una parola chiave delle nuove imprese globali: sacrificio di tempo, della vita sociale e famigliare. Con l’inganno di doverne essere addirittura felici, il sacrificio diventa l’atto necessario per poter sperare nel “favore degli dèi”: fare carriera, guadagnare molto, avere stima e riconoscimento dall’alto. E, come nei sacrifici agli antichi dèi e idoli, oggi in queste imprese più si dona tempo e vita più vengono richiesti tempo e vita, finché un giorno esauriamo le nostre offerte».

Ecco allora l’intervento necessario della profezia e dell’economia come “profezia applicata”. «I profeti, la tradizione sapienziale e poi Gesù – continua Bruni – hanno operato una rivoluzione religiosa straordinaria anche per la loro radicale lotta anti-idolatrica. Il profeta svuota il mondo dagli idoli, lo libera dalle ideologie e il cristianesimo ha superato per sempre l’antica logica sacrificale, perché al sacrificio degli uomini offerti a Dio ha sostituito il sacrificio-dono di Dio offerto agli uomini, istaurando l’era della gratuità» (parola che il capitalismo non conosce né riconosce, perché gli idoli non sono sazi mai e non conoscono il dono). Il tentativo di svuotare il mondo dagli idoli e liberarlo dai sacrifici è però ancora in corso perché la tendenza a costruire idoli per adorarli è sempre forte negli uomini. Riscoprire dunque la dimensione profetica della società, dell’economia, della Chiesa è una sfida urgente e prioritaria.

Amico e conoscitore dei profeti, il professore ne restituisce una immagine complessa e meravigliosa: «I profeti sono uomini e donne che ricevono una vocazione, incontrano una voce, e parlano in nome di quella voce distinguendola dalla propria». I profeti veri si sentono sempre inadeguati e spesso il compito del profeta è temporaneo. Hanno un nemico pericoloso, il falso profeta, che generalmente si auto-candida e tende a dire sempre quello che gli altri, soprattutto i potenti, vogliono sentirsi dire. «Invece – evidenzia Bruni – c’è sempre una tensione radicale tra i profeti veri e il potere perché il profeta sa vedere la naturale tendenza di ogni potere a pervertirsi e trasformarsi in tirannia. Lo vede, lo dice, lo grida. Sa che l’unica azione positiva nei confronti dei potenti è la denuncia, la critica, lo smascheramento delle loro reali intenzioni al di là delle parole belle e ruffiane». E infine, il profeta ha uno sguardo diverso sul mondo, è abitato da una luce che gli consente di vedere cose che gli altri non vedono, sempre dalla prospettiva dei poveri e degli oppressi. «La vera sfida per tutti e per ciascuno, come persone, come cittadini e come comunità religiose è quello di non dimenticare i poveri, stare di più nelle periferie, nelle fratture, in quei luoghi dove la vita e l’economia rinascono ogni giorno».

Il commento di Bruni ad una della pagine più belle di tutta la Bibbia, tratta dal libro di Isaia (Is 21, 6-12 ), conclude la lectio magistralis e regala un ultimo tratto, pieno di poesia, umanità e realismo, del profeta: Shomèr ma-millàilah? (Sentinella, quanto manca al giorno?). […] Il profeta è sentinella della notte. Non è uomo o donna della luce, non è abitante del mezzodì. Sa che la notte non è per sempre, l’alba arriverà, ma soprattutto sa di non sapere quando e sa che «è ancora notte». Abita la notte, come tutti, ignorante, come tutti, del tempo dell’aurora. Non chiama la notte giorno, non accende fuochi per spegnere il buio. La conosce, è il suo tempo, e non dà risposte che non può dare. Il profeta non è un astrologo, non sa leggere le stelle, non è un indovino né un aruspice. Non è questo il suo mestiere. Lui è “colui che sta”, rimane nel suo posto di vedetta notturna. E lì spera, attende, crede, non sa, come tutti, con tutti. Ma dialoga con i passanti, parla con i viandanti della notte: «Se volete domandate, domandate ancora, tornate a chiedere» […]. Dunque una lezione “profetica” costruita attorno alle parole sperare e attendere che, come ha sottolineato l’arcivescovo Salvatore Visco nel ringraziare il relatore invitandolo a tornare presto, assume un significato ancora più importante in questo tempo di Avvento, per definizione tempo di attesa e speranza. «L’incontro con i profeti, di ieri e di oggi, ci aiuta a vivere il presente e le notti del mondo con fiducia e coraggio» conclude l’Arcivescovo.

Nel viaggio che mi riporta a Firenze per lavoro, è ancora notte, ma l’alba conquista presto il suo spazio. Le luci dei lampioni non sono più necessarie, le città si animano e il sole è alto. La legge della vita ci insegna che dopo la notte arriva sempre il giorno, in momenti diversi cambiando latitudine, ma la luce torna a regalare calore e colori che ci lasciano sempre senza fiato. E dunque alle diverse latitudini delle nostri notti, più o meno profonde, più o meno lunghe lasciamoci prendere per mano dai veri profeti senza smettere di “domandare, domandare ancora e tornare a chiedere: Sentinella, quanto manca al giorno”?

http://www.edc-online.org/it/home-it/eventi-italia/13883-capua-bruni-economia-e-profezia-devono-camminare-insieme.html

Udienza Generale di Sua Santità Francesco. Studenti e docenti in pellegrinaggio.

Dal Mattino – Tantissimi studenti e docenti delle scuole della Città di Santa Maria Capua Vetere e San Tammaro all’udienza generale del Santo Padre. Più di 600 alunni hanno partecipato nella Sala Nervi all’udienza  del 6 dicembre con il Papa. Tale iniziativa rientra nell’ambito del protocollo di intesa “Educazione alla Legalità” sottoscritto lo scorso mese di luglio tra il Comune di Santa Maria Capua Vetere, la Curia Arcivescovile di Capua, il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, la Procura della Repubblica, il commissariato della Polizia di Stato, l’Università della Campania Dipartimento di Giurisprudenza, il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati, la Sottosezione dell’Associazione Nazionale dei Magistrati, le dirigenze scolastiche degli istituti della città di Santa Maria Capua Vetere.

“Saluto i gruppi parrocchiali, gli istituti scolastici aderenti al progetto di formazione alla legalità dell’Arcidiocesi di Capua”. Questo il saluto di Papa Francesco ai tanti pellegrini accorsi.

“Un momento splendido ed emozionante – dichiara l’avvocato Giuseppe Simeone, che è tra gli organizzatori della trasferta –  per me, per gli insegnanti e per i tanti alunni che oggi hanno partecipato a questa memorabile giornata. Un momento importante di aggregazione e fraternità iniziato nel Duomo di Santa Maria Capua Vetere ad inizio anno proprio con le parole Papa Francesco nella sua visita nella provincia di Caserta. “Questa vostra bella terra che richiede di essere tutelata e preservata, richiede di avere il coraggio di dire no ad ogni forma di corruzione e di illegalità” (Papa Francesco 26 Luglio 2014).

Epochè, attori detenuti e magistrati sul palco del Teatro Garibaldi

Dall’Agenzia S.I.R. (Servizio Informazione Religiosa). “Epochè”: attori detenuti e magistrati sul palco del Teatro Garibaldi, a Santa Maria Capua Vetere, sabato 2 dicembre. L’arcivescovo di Capua, mons. Salvatore Visco, intervenendo al Teatro Garibaldi,  ha osservato: “Coniugare il diritto ad essere uomo e a recuperare se stesso attraverso anche un momento di riflessione e forse di sofferenza e coniugare insieme il legittimo diritto della giustizia, mai della vendetta, forse è il compito che tutti hanno di costruire. Quello che questa stasera avete presentato, ad alto livello, è una delle iniziative che cercano di coniugare il diritto della persona a recuperare se stessa e insieme il diritto della società di vivere il momento della giustizia”.
L’iniziativa rientra nell’ambito del protocollo di intesa “Educazione alla Legalità” sottoscritto lo scorso mese di luglio tra il comune di Santa Maria Capua Vetere, la curia arcivescovile di Capua, il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, la Procura della Repubblica, il commissariato della Polizia di Stato, l’Università della Campania Dipartimento di Giurisprudenza, il Consiglio dell’Ordine degli avvocati, la sottosezione dell’Associazione nazionale dei magistrati, le dirigenze scolastiche degli istituti della città di Santa Maria Capua Vetere.
Lo spettacolo, con la regia di Marco Puglia, è stato trasmesso in diretta streaming sul canale Kairos Tv dell’arcidiocesi di Capua.

https://agensir.it/quotidiano/2017/12/4/diocesi-capua-sabato-scorso-attori-detenuti-e-magistrati-sul-palco-del-teatro-garibaldi/

 

Avvenire, lettera al Direttore Marco Tarquinio

Gentile direttore
con le recenti discussioni in merito alla legge elettorale l’opinione pubblica si indigna di fronte alle famosa questione dei nominati che oggi siedono in Parlamento e che dovrebbero rappresentare un territorio, senza aver ricevuto una preferenza e quindi un contatto diretto con il sovrano indiscusso delle urne, l’elettore. Il fenomeno dei nominati investe tutti i partiti dall’estrema destra all’estrema sinistra passando anche per il Movimento 5 Stelle che vede molti suoi esponenti eletti con pochissime preferenze ricevute preliminarmente in rete dallo stretto circolo dei sostenitori del movimento. La vera sfida del futuro era ed è capire qual è il sistema elettorale principe delle urne, quello al massimo rappresentativo della cittadinanza e di un territorio di riferimento. Certo è che oggi si grida allo scandalo, ma nel lontano 1991 gli italiani con oltre il 90% di sì hanno deciso di abolire le preferenze tra scandali di tutti i tipi e accuse di “voti di scambio”. Inoltre, oggi i nominati dalle segreterie dei partiti siedono quasi esclusivamente in Parlamento, perché il voto con la preferenza è presente nei Comuni, nelle Regioni e anche nelle elezioni del Parlamento europeo. Insomma le tanto denigrate preferenze della Prima Repubblica oggi ritornano di moda, dopo tanti tentativi tra maggioritario, proporzionale, soglie di sbarramento e compromessi politici… Perché col cosiddetto Rosatellum le segreterie dei partiti potranno comunque “nominare” gli eletti a Camera e Senato. Nella consapevolezza che non esiste una legge elettorale perfetta il sistema più apprezzabile, a mio avviso, è quello uninominale a turno unico nel quale il seggio è assegnato al candidato che abbia riportato il maggior numero di voti oppure in alternativa quello a due turni che prevede un ballottaggio tra i due candidati che al primo turno abbiano riportato il maggior numero di voti. Lei cosa pensa in merito?
Giuseppe Simeoneavvocato, Santa Maria Capua Vetere

Risposta del Direttore Marco Tarquinio

Ragiono e scrivo di ipotesi di legge elettorale e di riforme del nostro sistema politico da più di trent’anni. Ho cominciato, cari amici lettori, alla fine degli anni 80 del Novecento, da giovane cronista parlamentare, e non ho più smesso. Perché in Italia non si è più smesso di fare e di disfare – o almeno di progettare di fare e disfare – “regole del gioco” e meccanismi istituzionali. Per due volte ho visto smontare per via referendaria grandi riforme faticosamente votate in Parlamento e orientate (sia pure con soluzioni evidentemente non solo per me non del tutto convincenti) a consolidare la mutazione in senso maggioritario e più presidenzialista della democrazia parlamentare italiana: la prima, sbrigativamente definita «della devolution», era targata Berlusconi-Bossi; la seconda, imperniata sul superamento del bicameralismo perfetto e dell’attuale regionalismo, è stata promossa dal Quirinale di Giorgio Napolitano e condotta in porto da Matteo Renzi. Quest’ultima bocciatura referendaria si è incastonata tra altri due sonori stop, quelli che la Corte costituzionale ha decretato su meccanismi cruciali di altrettante leggi elettorali: il cosiddetto Porcellum, utilizzato ben tre volte (2006, 2008, 2013) e il cosiddetto Italicum, sistema a doppio turno eventuale mai sperimentato e frutto della convinzione (errata) che la riforma costituzionale sottoposta a ratifica popolare il 4 dicembre 2016 sarebbe stata inevitabilmente approvata. Tutto questo ci ha portati all’attuale situazione. Il dibattito politico degli ultimi dieci mesi ha confermato quanto avevo visto, “letto” e registrato nel voto referendario del dicembre 2016: lo sprigionarsi di una “contronda” rispetto ai referendum che nella prima metà degli anni 90 avevano spinto l’Italia ad archiviare la lunga stagione del proporzionale. Un bene? Un male? Un fatto. Rispetto al quale, ovviamente, non contano le mie preferenze personali (vorrei un calibrato sistema a base proporzionale con premio di governabilità), ma l’efficacia del sistema elettorale nel rappresentare i cittadini-elettori e nel dare indicazioni comunque utili e chiare per il governo responsabile del Paese. E qui si mescolano preoccupazione e speranza. Temo, infatti, che l’obbligo di compiere scelte di coalizione non diminuirà affatto la fatica nel costruire un quadro politico stabile e coerente, ma non rinuncio a sperare di veder smentita questa preoccupazione. E, comunque, meglio questa soluzione della situazione attuale che consegna l’elezione di deputati e senatori a due leggi d’impostazione diversa e che, giustamente, il Capo dello Stato considera al limite della ingestibilità. Non mi dilungo, anche perché il 27 aprile («Fischio di riavvio»: CLICCA QUI ) sull’impulso dato dal presidente Sergio Mattarella e l’11 ottobre («Perché non basta»: CLICCA QUI ) dopo il voto della Camera sul Rosatellum, ho scritto sia dei problemi da risolvere sia delle perplessità sull’ipotesi di nuova legge elettorale che il Senato dovrà presto esaminare. Insisto, qui, su un punto chiave, che sta al centro delle analisi e dei commenti che da anni sviluppiamo sulle pagine di “Avvenire”: possiamo anche farci piacere i listini bloccati corti accompagnati da una quota notevole di collegi uninominali per l’elezione dei due rami del Parlamento, ma non possiamo tacere che si tratta di una risposta solo parziale e ancora troppo verticistica nella selezione dei rappresentati del «popolo sovrano». Vanno riconsegnati ai cittadini elettori la possibilità e il concreto potere di designare i propri eletti. E il referendum del 1991 sulle preferenze, non servì per abolirle tutte visto che erano state usate male e per “controllare” il voto, ma per darcene una sola. Da lì si può e si deve ripartire. Personalmente suggerisco da tempo l’adozione di liste non bloccate sulle quali esprimere una sola preferenza (ma ne accetterei anche io due, “di genere”, nel caso di voto per un uomo e per una donna) oppure il ricorso diffuso a collegi uninominali, ma con primarie di collegio per l’individuazione dei candidati. Dicono che scegliere e far scegliere è un rischio e “costa”. Rispondo che non farci scegliere pienamente e spingerci a scegliere di meno (con l’astensione), costa molto di più. Ed è un rischio enorme, perché così si svuota il cuore della nostra democrazia.

https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/la-democrazia-si-custodisce-riavvicinando-elettori-a-eletti

Aldo Moro: un Cristiano verso l’altare. Incontro a Santa Maria Capua Vetere

La Città di Santa Maria Capua Vetere è stata protagonista del processo di beatificazione dello statista. L’Amministrazione comunale ha aderito alla manifestazione nazionale di chiusura degli eventi, partiti un anno fa, finalizzati ad avviare il processo di beatificazione dello statista e giurista democristiano Aldo Moro. Sabato 23 settembre al Teatro Garibaldi è stata dedicata una giornata alla figura di Aldo Moro, incontro organizzato dall’Assessorato alla Legalità guidato dal vicesindaco Oscar Bobbio con la collaborazione del dott. Giuseppe Casillo.

“La ricorrenza ci induce a riflettere – dichiara Bobbio – su un particolare aspetto della personalità di Aldo Moro, che nel corso della sua vita, con una costante ricerca ed un sofferto impegno, fino alla morte, ha dato concreta testimonianza di una possibile coerenza tra fede e politica. Il valore della sua testimonianza  è fortemente sentito nell’attuale contesto sociale caratterizzato da una diffusa illegalità che alimenta la sfiducia dei cittadini e il disagio giovanile. Perciò questo evento, come evidenziato nella delibera della Giunta comunale che ha indetto la manifestazione, si pone perfettamente in linea con il progetto dell’amministrazione, già avviato con la firma di un protocollo d’intesa con le istituzioni scolastiche e con le autorità civili e religiose, per intraprendere percorsi formativi per giovani, volti a maturare una cultura della legalità e ad inculcare condotte improntate al rispetto del prossimo e dell’ambiente circostante”.

Attualmente è stato accolto, dal tribunale della diocesi di Roma, il ‘supplice libello sulla fama di santità’, cioè il documento che costituisce il presupposto per avviare la causa” e si stanno raccogliendo numerose  testimonianze.

Tra gli invitati e presenti l’avvocato Nicola Giampaolo, postulatore della causa di beatificazione del servo di Dio Aldo Moro, il giornalista Ansa Paolo Cucchiarelli, autore del libro “Morte di un Presidente”, il dottor Giovanni Ricci, figlio del capo scorta di Aldo Moro, la dott.ssa Gabriella Maria Casella, presidente del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, la dott.ssa Maria Antonietta Troncone, Procuratore della Repubblica, S. E. Monsignor Salvatore Viscovo, Arcivescovo di Capua e il sindaco di Santa Maria Capua Vetere Antonio Mirra.  Il convegno che ha visto la partecipazione degli studenti è stato moderato dal giornalista Ermanno Corsi.

Un commento sulla figura del giurista pugliese è rilasciato anche dall’avvocato Giuseppe Simeone, promotore e coordinatore del protocollo della legalità. “Una figura fondamentale quella di Aldo Moro – dichiara Simeone – sia sotto il profilo politico ma soprattutto sotto il profilo umano. In un momento di crisi di valori in cui siamo attanagliati oggi la figura di Moro è un esempio per molti di noi, giovani e meno giovani. Un grande politico, segretario di uno dei più grandi partiti politici, cattolico, uomo delle istituzioni e animatore sin da giovane di un pensiero liberale e cristiano. La sua vita fu barbaramente troncata in un momento in cui il suo partito voleva sperimentare una possibilità di intesa con forze sociali di diverso ideale per riportare la politica al concetto superiore ed universale del dialago e della comprensione tra tutti i componenti della Famiglia Umana. La sua teoria delle “convergenze parallele” è sempre attuale perché il fine ultimo della politica deve e sarà sempre la pacificazione tra i vari corpi sociali e la fraternità tra le varie componenti della Società”

Aldo Moro: un Cristiano verso l’altare. Incontro a Santa Maria Capua Vetere

Diocesi: Capua, al via il progetto “Educare alla legalità”

Dall’Agenzia S.I.R. (Servizio Informazione Religiosa). Al via il progetto “Educare alla legalità”. Ieri si sono riuniti presso la sala giunta del Comune di Santa Maria Capua Vetere i rappresentati e delegati dei 15 soggetti firmati del protocollo della legalità, sottoscritto lo scorso 3 luglio presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Ne informa, oggi, “Kairosnet”, il blog dell’arcidiocesi di Capua. Tante le proposte per il nuovo anno scolastico. Previsti momenti formativi per gli insegnanti, incontri presso gli istituti scolastici con le forze dell’ordine, magistrati e sacerdoti. A portare il saluto dei vertici del tribunale di Santa Maria Capua Vetere il magistrato Sergio Enea, presidente della sottosezione dell’Associazione nazionale magistrati. Oltre dei momenti formativi per i ragazzi delle scuole proposte una visita a Roma all’Udienza del Santo Padre e una marcia della pace. “Tutto è iniziato il 27 gennaio scorso nell’incontro organizzato presso il duomo di Santa Maria Capua Vetere – ha dichiarato Giuseppe Simeone, delegato dell’arcidiocesi di Capua – con le parole di sua Santità Francesco su questa splendida terra. Nel corso dell’ultimo anno scolastico abbiamo incontrato tantissimi giovani e dopo tanti momenti di ascolto e confronto insieme a sacerdoti, magistrati e forze dell’ordine abbiamo deciso di organizzare anche una visita all’Udienza del Santo Padre e una marcia della pace”.

https://agensir.it/quotidiano/2017/9/12/diocesi-capua-al-via-il-progetto-educare-alla-legalita/ 

Legalità, il protocollo. Patto con Chiesa e scuole

DAL MATTINO – La presidente del palazzo  di giustizia di Santa Maria Capua Vetere, Gabriella Casella, è stata la prima di una lunga serie di firmatari di un documento riguardante un protocollo d’intesa denominato “Educazione alla Legalità” che ha, come obiettivo primario, quello di diffondere i principi di legalità specialmente verso le nuove generazioni. Al protocollo, sostenuto dalla locale amministrazione comunale, ha aderito la Procura della Repubblica con il capo, dott.ssa Maria Antonietta Troncone: l’Arcidiocesi di Capua con il Vicario Generale monsignor Elpidio Lillo, gli Istituti Scolastici della Città del Foro, il Dipartimento di Giurisprudenza con il Direttore Lorenzo Chieffi, l’ordine degli avvocati, la Polizia di Stato di Santa Maria Capua Vetere e la sezione locale dell’Associazione Nazionale Magistrati. Ad aprire la seduta il Sindaco Antonio Mirra che ha ringraziato i protagonisti delle giornate della legalità in città: monsignor Domenico Di Salvia promotore e l’avv. Giuseppe Simeone coordinatore insieme al sacerdote napoletano Don Luigi Merola.

Etica e Politica

I fatti di cronaca ed i discorsi che oramai si rincorrono sempre di più negli ultimi anni in provincia di Caserta ed in generale nel nostro Paese, riaprono un vecchissimo intreccio tra morale e politica. La questione morale è sempre attuale in quanto la stessa non solo non ha superato le intemperie di un’epoca o periodo storico ma addirittura pare senza soluzione definitiva. Oramai è sempre più impellente la necessità di reagire ad un vento di antipolitica in quanto cresce sempre di più l’astensionismo da parte della popolazione contribuendo altresì ad un più generale degrado dei comportamenti sociali e una perdita dei valori. Le infiltrazioni criminali da un lato e il decadimento della politica dall’altro hanno contribuito in maniera più che incisiva all’allontanamento non solo dei giovani e quindi rappresentanti della futura classe sociale ma anche dell’attuale classe media che per decenni sono stati il cuore pulsante e trainante dei maggiori partiti che oggi appaiono sempre di più disgregati e lontani dalla cittadinanza e dai problemi che la affliggono. Il serio problema è che i partiti o meglio quello che resta dei partiti, cioè quelli che si sono formati all’indomani di tangentopoli, si sono arroccati sulle loro sterili posizioni e sulle loro personalistiche visioni dimenticando il bene comune. La programmazione per la costruzione della società che si adegui al veloce evolversi della tecnologia e dell’informazione appare completamente disattesa dagli attuali organigrammi dei partiti che si sono affacciati sul palcoscenico odierno. La popolazione votante appare impressionata da deteriori demagoghi che vogliono imporre la propria visione della società anziché dedicarsi al faticoso lavoro della costruzione mediata e comprensiva delle esigenze di tutte le multiformi componenti che oggi costituiscono la società civile. La questione morale resta attuale e l’unica certezza che regna è la posizione degli Italiani che resta un popolo di moderati.

I giocatori del Napoli in visita ai bambini di don Merola

Da Repubblica – Visita a sorpresa dei giocatori del Napoli nella fondazione di recupero minorile “‘A voce d’è creature” nel quartiere Arenaccia. Lorenzo Tonelli, Elseid Hysaj e Leonardo Pavoletti, accompagnati dal capo ufficio stampa del Napoli Guido Baldari, sono stati accolti dal presidente della struttura don Luigi Merola e da un centinaio di bambini  che, colti di sopresa,  hanno prima intonato l’inno del Napoli e poi scattato centinaia di selfie e  foto ricordo. I tre giocatori hanno poi visitato la struttura, palleggiato con i bambini e partecipato alla premiazione del torneo della legalità che ha visto la partecipazione dei ragazzi del quartiere.  “E’ stato un momento di gioia per tutti i bambini – ha spiegato don Merola – la visita di questi calciatori è servita ad incoraggiare i nostri ragazzi a non arrendersi, a lottare per raggiungere un obiettivo. Essere nati in un quartiere di periferia non è una colpa e non è neppure una cosa brutta. E’ necessario però impegnarsi di più, essere aiutati, incoraggiati e sostenuti. Ringrazio di cuore per la disponibilità – ha concluso il sacerdote – i giocatori e l’intera società Calcio Napoli con la speranza di poter condividere nuovamente momenti come questi”. (vincenzo rubano)

http://napoli.repubblica.it/cronaca/2017/04/28/foto/i_giocatori_del_napoli_in_visita_ai_ragazzi_di_don_merola-164074521/1/#1

Educare alla legalità all’istituto Righi Nervi: il pm antimafia Maresca incontra gli studenti

Dal Mattino – Il sostituto procuratore antimafia Catello Maresca della Direzione distrettuale antimafia di Napoli ha partecipato ieri al sesto incontro sulla legalità, organizzato a Santa Maria Capua Vetere, questa volta, presso l’istituto Righi-Nervi insieme al parroco don Luigi Merola della fondazione «A voce d’e creature».

Nell’aula convegni dell’istituto i docenti e gli alunni hanno incontrato le istituzioni del territorio per un momento di confronto sul tema della lotta alle mafie e alla corruzione. Ai lavori hanno partecipato anche monsignor Di Salvia, parroco del Duomo della Città; l’assessore alla legalità del comune Oscar Bobbio; la professoressa Alfonsina Corvino, dirigente scolastica dell’istituto e l’avvocato Giuseppe Simeone organizzatore e moderatore dei lavori.

Maresca ha esortato i giovani presenti ad essere parte attiva della nostra società civile portando diversi esempi e approfondendo alcuni temi che sono stati oggetto di dibattito. Il sacerdote napoletano ha concluso i lavori della giornata trascinando i tantissimi presenti in questo percorso sulla legalità come solo lui sa fare e ricordando che non si nasce docenti, genitori, alunni, preti ma si nasce come uomini e come donne che devono mettere il cuore in ogni attività giornaliera che si svolge. La dirigente scolastica ha ringraziato gli organizzatori per aver coinvolto l’istituto scolastico sammaritano «in uno splendido percorso al fine di sensibilizzare i giovani sul tema della legalità nella vita comune di tutti i giorni».

http://www.ilmattino.it/caserta/educare_legalita_istituto_righi_nervi_pm_antimafia_catello_maresca_dda_incontra_studenti-2422624.html